giovedì 28 ottobre 2010

E' (ri)morto il Cinelli. (73 puntata)

 - Capito TelecomA... io vado in Francia a girare un documentario surrealista che faccia ribrezzo alle certezze dello spettatore  borghese portando avanti questo progetto culturale di interviste ai maiali della Normandia come paradigma del disfacimento osceno della società contemporanea e come atto di accusa alle luride cooperative sociali...

Sui sedili di simil pelle della Mercedes nera, gentilmente offerta da Riccardo Tempestini, TelecomA con gli occhi pallati, liberato dalle grinfie delle psicologhe,  subisce da quasi mezzora i deliri artistici del Cinelli, dove la parola slow motion la fa da padrona.


Dell'Odissea che sta vivendo da quando è stato fermato dagli sbirri durante il travellotour con gli amici,  alla guida in stato di ebbrezza, questo di sicuro è il momento più difficile quantomeno ammorbante e lui lo cerca di superare staccando il cervello con sguardo catatonico.

- ...e la cosa bella è che sono i maiali inquadrati in diagonale e montati con slow motion abbestia a fare le domande e li montiamo utilizzando tecniche surrealiste e tanta droga  e slow motion sei sicuro di non volerlo vedere ho giusto qui un dvd se hai un lettore a portata di mano lo guardiamo e discutiamo insieme è una roba veramente disgustosa e mi dici se secondo te potrei mettere ancor più slowmotion. 

BANG! BANG! BANG!

venerdì 22 ottobre 2010

L'improponibile cavallo di Troia. (72 puntata)


Frank scende dalla sua Lotus. 
Con gesti minimali controlla tutto ciò che occorre. In sequenza: lucidità del tacco e della punta delle scarpe pitonate, livello di oleosità del capello e soprattutto la fiatella, col vecchio metodo della conchiglietta.
Tutto è a posto. E lo sono anche le polpette di stricnina nella tasca destra del giubbotto, avvolte nel domopack  di alluminio per non ungere, per quel bastardo di cane rognoso, col quale ha un conto in sospeso.
Sulle note di Ennio Morricone raggiunge il cancello di ingresso al parco che circonda la villa e suona al campanello. 
Dopo pochi secondi risponde la voce calda e malinconica di Berta.

- Finalmente Frank...

Dietro il solito ringhio di Omero.

- ... non ti preoccupare... ho messo a bada Omero.

Frank tira un sospiro di sollievo visto che calza scarpe coccodrillate anche se il suo cuore comincia a battere all'impazzata. Anche un poco di buono, come lui è ancora in grado di emozionarsi per una donna come Berta. Anche se non vorrebbe. Anche se gli brucia. Come fosse un tradimento, anche se tecnicamente non lo è stato. 
Se solo non ci fosse stata quella bestia di merda quel giorno le cose avrebbero potuto prendere una piega diversa. Ma basta piangere sul latte versato. 
Quindi fanculo al fottutissimo senso dell'orgoglio, satvolta Frank ha una seconda chanche e la palla a questo giro deve andare in buca.
Perchè anche se non lo vuole ammettere nemmeno a se stesso, ma neanche nei migliori bordelli parigini  è riuscito a togliersela dalla testa. E deve capire se di vero amore si tratta o solo orgoglio ferito da quel fottutissimo Leandro.

La porta è aperta, Frank entra senza chiedere permesso e la trova seduta sul divano di pelle con le gambe accavallate, fulva e bella come un bosco in autunno, vestita con una sottoveste di seta.
Accando a lei Omero che ringhia e sbuffa indemoniato, ma più non può per via della maschera simil Hannibal Lecter che gli impedisce qualsiasi movimento e la catena al collo.

sabato 16 ottobre 2010

Soap bubble trip (71 puntata)

Frank Jandello suona al Toccafondi il campanello con un diavolo per capello e un chiodo fisso nel cervello. 
Apre la porta il Cecco esibendo in un sorriso carpiato smaltato, indossando vestaglia rossa bordeaux e incravattato. 
Regimental con doppio nodo windsor. 
Esibendo in una messa in piega laccata tendente a sinistra stile british modello chiavador.
Stretta tra i denti una pipa sembra spenta. 
Nelle mani un bicchiere di  bourbon anche se sono solo le  diciotto  e trenta.
Lo Jandello non dice niente, lo segue dentro casa e viene colto da un bagliore ma ancora più soprendente è che attorno tutto è in ordine pulito e splendente che al povero Frank quasi prende un accidente.
Tutti i quadri sono dritti, e nessun buco alle pareti, non più colonne pericolanti di polverosi manoscritti, nessun avanzo sulla tavola di trojai e cibi fritti.

- Orsù Frank narrami dunque del tuo soggiorno in Parigi, mi auguro che sia stato gradevole non che fruttuoso...

Chiede Cecco sfogliando, distrattamente, un Dostoevskij qualsiasi, che tanto se li ricorda a tutti a mente.
Poi prende la pipa l'accende ed escono fuori bolle di sapone che fluttuano voluttosamente.
Frank incrocia le braccia e lo scruta con sguardo indagatore poi punta l'indice verso il suo interlocutore.

-...come si chiama?

Ma il Cecco non risponde e continua a fare bolle.
Mentre allo Jandello squilla il telefonino annunciato dalla scritta BERTA sul monitor del cellulare.
Mentre le bolle vagano per l'aere escono dalla finestra e dal vento che soffia sempre a Prato si lasciano trasportare.

venerdì 8 ottobre 2010

(Mezz)Asta la bandiera, siempre! 70 puntata

Ore 14.30. Palazzo Comunale.
La quattordicesima classificata di Miss Italia 2002 entra nella stanza del sindaco Versi con un cordless in mano.

-  -Tania, puttanaccia della miseria quante volte te lo devo dire che non voglio ricevere telefonate, m’hanno già rotto tutti quanti i coglioni, è da stamani alle cinque che mi tocca fare il sindaco... e che cazzo… un po' di relax...

Protesta il sindaco Versi, senza giacca e con le maniche della camicia arricciate fin sopra il gomito. Incazzato perchè Tania gli ha fatto ciccare il colpo, brandisce la mazza da golf domestico verso la sua escort ehm pardon la sua consulente immagine (a spese dei contribuenti), sotto lo sguardo compiaciuto del famoso comico Favanji. 
Sì Favanji  quel mezzo comico senza arte nè parte, che Versi finanziò a inizio di carriera e che adesso sta ridotto a girare stupidi spot pubblicitari che non fan ridere nessuno, anche lui fa parte dei consulenti della "Volta e Gabbana"

-...e tu Favanjii e smettela di leccarmi il buco del culo che se continui mi fai venir la sciolta…oltre al pizzicorino!
- O sì sono tutto saudaji...
- Ma sindaco… questa è una chiamata urgente… è il governo cinese!
- Un altro sciopero nelle mi' ditte in Cina? Che lo reprimano nel sangue che diamine, un po' di sano socialismo reale!!!
- No sindaco... è per la traged... ehm per quello spiacevole incidente successo stamani... non hanno gradito che lei non abbia concesso il lutto cittadino... sono molto arrabbiati e minacciano sanzioni...
- Da' qua porcaccia della miseria... Favanjii non mi leccare il culo almeno quando parlo al telefono...


martedì 5 ottobre 2010

Lutto cittadino? Puppa! (69 puntata)

Ore 5.05 AM. Un telefono che suona.

Filone che si sveglia bestemmiando e porta la pistola all'orecchio.

- Chi cazzo è a quest'ora!?

Ma nessuno risponde e il telefono continua a squillare.
- Chi cazzo è a quest'ora!?
Riprova parlando nel telefono.
- Ehm scusi assessore per l'orario, ma non potevamo non chiamarla... è successa una disgrazia... anzi di più una tragedia...
- L'armata rossa! L'Unione Sovietica! I cubani!!!
- No ehm... qualcosa di reale. E gravissimo...
- Hanno scoperto quel dossier sul mio conto!
- Ci sono di mezzo tre vite umane...
- Parla cosa aspetti! Maledetto altrimenti ti sbatto all'ufficio anagrafe tutto il giorno a fare pratiche a negri che puzzano, albanesi schifosi che cercano lavoro e  fottutissimi cinesi che non capiscono una minchia.

domenica 3 ottobre 2010

Efesto detto Vulcano (il guardone pistoiese) 68 puntata.

Efesto non crede ai suoi occhi, mentre osserva la scena da dietro il vetro della ex serra Vannucchi. Non Vannucci. Vannucchi. Non facciamo subito confusione, che la situazione è complicata.

Efesto, dicevamo, il vecchio fabbro delle Caserane (dove sono le Caserane? Una frazione di in quel di Pistoia sul confine con Casale di Prato, lungo l'Ombrone, ma andiamo avanti con la trama) detto Vulcano dagli amici,  per il suo caratteraccio di merda  (sta sempre incazzato) si giustifica lui, per la sua tendenza a "eruttare" con una certa frequenza durante la giornata, comunque sempre prima del tempo, a detta dei maligni, era seduto sulla poltroncina di simil pelle della sua Prinz gialla con le scritte rosse e ble* in una stradaccia di campagna in mezzo alle serre pistoiesi, pattugliando come un pescecane le stradine mezze buie e mezze sterrate con fogne scoperte e zanzare con le targhe omologate, alla ricerca di coppiette da sbirciare, quando ha visto come una luce accendersi nella vecchia serra abbandonata dell'ex Vannucchi. 
Rifugio solito di puttane e drogati e umanità varia, gente sostanzialmente allo sbando,  pieno di materassi e motorette rubate, a volte anche qualche siringa, che fa molto anni Ottanta. Poi celtiche scritte sgrammaticate e svastiche storte (che ironicamente significano vita invece di morte, ovvero la negazione del simbolo che si vuol rappresentare) e Viva Stalin per la par condicio dell'idiozia. C'era scritto pure sul Tirreno di Pistoia, l'altro giorno del degrado,  con tanto di proteste dei vicini.  Lo ha letto al bar della Marisa.

E dopo il bagliore Efesto - o Vulcano se preferite - ha udito le grida disumane. Immaginando qualcosa di avvincente tipo un trenino o una bella ammucchiata come ai vecchi tempi,  è sceso dalla macchina più venduta a Pistoia e furtivo e lesto come un faina  zoppa (si perchè  è zoppo per una deformazione dalla nascita) ha preso binocolo, infilandosi un passamontagna sudicio, che usa per andare e cercare funghi all'Acquerino  (località di turismo domenicale di pensionati arzilli e cercatori di funghi al crocevia tra la montagna pistoiese e quella pratese) come ha detto alla moglie che gliel'ha trovata in macchina, e du' strappi di scottex nelle tasche, che fanno sempre comodo.