martedì 30 marzo 2010

Passi nella notte. (26° puntata)

I rumori di passi mi spaventano. 
Copro il seno con il braccio sinistro mentre con il destro afferrò il camice. 
Mi rivesto velocemente. 
Ma non infilo le mutandine.

- Ehy dove vai?
- Ho sentito un rumore... aspettami qui non ti muovere e non uscire per nessuna ragione al mondo.

Apro la porta e me lo ritrovo davanti con la mano sospesa in aria un attimo prima di afferrare la maniglia.
Sembra uno zombie.

- Tu cosa ci fai qui?

Ma Ulisse non risponde.
Mi guarda con i suoi occhi che sembra un pesce.
Si vede che è in imbarazzo.
Allora cerco di sdrammatizzare.
Di essere carina con lui insomma.

sabato 27 marzo 2010

La goccia cinese. (25 puntata)

"Se solo potessi permettermi di darti un consiglio e sperare di essere asoltato ti direi di non vendicarti di loro, non per etica, ma perchè se lo fai gli tributi un'umanità che invece non hanno e che non è giusto tu gli conceda. Ma so che non mi ascolteresti..."

Francisco Bienvenidos mi guarda negli occhi.

"Hai ragione Bienvenidos e so perfettamente che la vendetta genera vendetta, la violenza porta solo altra violenza e quant'altro...
Io rispetto il tuo consiglio, ma vedi... se io non facessi niente, gli permetterei di fare tutto questo. E io non ci riesco, non riesco a far finta di niente, perchè ho il dovere di fermare l'orrore. Per certi versi è una questione estetica."

Bienvenidos scuote la testa preoccupato.

"Certo è difficile... lo capisco... è difficile anche solo credere che possano averti fatto tutto questo... però ricorda: loro non sono esseri umani... e se tu li ferirai darai loro l'opportunità della vittima, mentre sono i carnefici..."

Sorrido.

sabato 20 marzo 2010

L'improponibile paziente. (24 puntata)


"Nessuno è ancora vivo nessuno è ancora vivo nessuno è ancora vivoooooooo"

Le grida sconnesse e il trambusto distolgono lo sguardo del detective Morucci dalle natiche dell'infermiera Loredana. Incuriosito esce dalla camera e assiste alla scena surreale di un pazzo scatenato che corre inseguito da infermieri e come un giocatore di rugby indavolato, nonostante la camicia da notte e le ciabatte - ma non le mutande - sfugge come un anguilla ad ogni tentativo di placcaggio.
Il suo sguardo incrocia quello del Morucci e subito i suoi occhi privi di senno baluginano dietro improponibili occhiali a fondo di bottiglia. Lo prende per le spalle e comincia a scuoterlo.

- Ehy piano mi fai male alla schiena...
- Nessuno è ancora vivo capito? 
- Eh mi dispiace...
- Hai da accendere?
- Ce l'avrei ma non si può mica fumare...
- Che sei uno sbirro? O un medico? O uno di loro...

Ma non fa a tempo a finire la frase che uno degli infermieri lo afferra lo sbatte contro il muro gli molla un paio di ceffoni e immobilizza.

giovedì 18 marzo 2010

Hanno sparato a Leandro - ma sta bene. (23 puntata)

Alla Cgil la notizia arriva come una bomba, lasciando donne in lacrime e colleghi disperati, fra tutti uno più di altri sembra fuori di testa: il temibilissimo Cecco Toccafondi. 
Seduto sulla sua poltrona sgranocchiando arachidi scaduti, offendendo con bestemmie in aramaico la stampante che ha inceppato la carta, tentando altresì di liberarsi dall'elastico con il quale si è autoammanettato mentre declamava a se stesso  l'epilogo tragico dell'Edipo Re grida:

- Cosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa?
Subito ha chiaro cosa sia realmente successo. Il terribile errore che si cela dietro il misterioso attentato.
Raccontano che una Honda Hornet nera si sia presentata all'uscita del Caffè del Teatro, dove si teneva l'ennesima festa delle donne della CGIL, con musica di Radio Insieme ovvero di Leandro. Tutto come era stato previsto. 

- Lo dicevo io che non ci si poteva fidare di quel coglione di dimensioni cosmiche...

E senza dare troppo nell'occhio chiama Frank Jandello.

lunedì 15 marzo 2010

Il Pugliese chiama il Libanese. (22 puntata)

"Senti dai retta a me. Vai avanti con la tua vita e non stare dietro alle cazzate che scrive il Tempestini. 
Lo sanno tutti che è di fuori. Io non capisco come facciano a tenerlo al Tirreno. 
Così come non ho mai capito come potesse tuo marito essergli tanto amico...  come se gli fossero mai mancati i bravi giornalisti che scrivevano bene di lui... tutti hanno sempre esaltato le sue opere, ma lui oh... non cominciava mai una conferenza stampa prima che arrivasse.
Posso capire tuo figlio, poverino, e per questo mi fa incazzare ancora di più. Perchè se ne approfitta... Ma tu non ti fare tirare per la giacchetta. Voglio dire, non pensare che lo dica per interesse od opportunismo... lo sai... 
Ma dico in tutti questi anni, mai una telefonata, un sms, un email, ti pare possibile? Viviamo nell'era del controllo, telecamere, bancomat, carte di credito, intercettazioni... ci sono solo due modi per sparire così: o da morti o semplicemente quando non si vuol tornare... Poi oh, io non entro nel merito vendere o non vendere. Questo lo devi decidere te. Ma di una cosa sono certo: non ti fare condizionare dalle cazzate che scrive sul giornale. E tieni tuo figlio lontano da lui."

giovedì 11 marzo 2010

Il detective Morucci. (21 puntata)

Aveva appena finito di rollare la settiman Golden Virginia della mattinata, si era lamentato ventisette volte del suo mal di schiena (la cui origine restava un mistero per i dottori, italiani e cinesi, di tutta prato), aveva già letto delle ultime malefatte del governo sul sito di repubblica, aveva controllato e visionato i video della giornata di youporn, cercato i dribbling di George Best su youtube e aveva messo a scaricare su emule la scaletta della nuova puntata di Radio Gas, quando, dopo aver già detto "scendo a fumare un cicchino.... Maestro!" venne interrotto dallo squillo del telefono.

"Cazzo. Proprio ora" pensò dentro di sè.
- Rispondere o non rispondere questro è il dilemma!

Declamò ad alta voce il Maestro Casale, alle prese con l'elenco degli abbonati del teatro. 

Il Morucci si voltò, lo guardò negli occhi e in tutta risposta si limitò a scuotere la testa. Alzò la cornetta del telefono e rispose

- prontoteatrometastasiomidica...
- Mauro?
- Sì?
- Mauro Morucci?
- Sono io chi è lei?
- Quel Mauro Morucci che conosco io?
- Dipende signora... facciamo il Mauro Morucci che conosco io se poi magari mi dice chi è lei magari le posso dire se sono il Mauro Morucci che sta cercando o il Mauro Morucci che non sta cercando.
- Sono Berta, ti ricordi di me?

martedì 9 marzo 2010

Ci mancava solo questa (20 puntata)

Sapevo che non avrei dovuto accettare l'invito a cena.
Lo sapevo eppure l'ho fatto.
Sapevo che era da madre snaturata farlo salire in casa.
Lo sapevo eppure l'ho fatto...
Quindi non posso incolpare che me stessa, la mia testa assurda, se mi sono esposta a una nuova umiliazione di fronte a mio figlio.
Gli avevo promesso che sarei stato dalla sua parte. L'ho deluso un'altra volta.
E non contenta ho pure detto a Frank che avrei accettato un nuovo invito. Dio che cretina.
Del resto cosa potevo fare, dopo il disastro che ha combinato Omero. Ma cosa ti è preso eh? Sembravi inferocito e adesso sei di nuovo qui che lotti contro i tuoi sogni di cane rimbabito. 
Certo che Frank è proprio un bel tipo, bello, abbronzato, si ci sa proprio fare... Se solo non ci fosse mio figlio... se solo... sì non avrei opposto alcuna resistenza... oddio Frank... cosa non ti farei se la situazione non fosse così complicata.

venerdì 5 marzo 2010

Colpa di Omero (19 puntata)

Cecco Toccafondi sprofonda nella sua poltrona di simil pelle mentre sfoglia nervosamente le pagine dell'ultimo libro di Rossana Rossanda, con le mani unte dal condimento delle patatine stantie, prese dal pacchetto aperto da giorni, sul tavolo della scrivania, immaginando collegamenti letterari tra la figura della pasionaria cacciata dal Pci e l'Antigone  e tra il dramma di Tebe e il congresso del Pci che ne decretò l'espulsione e la successiva nascita del gruppo del Manifesto.
Mentre elucubra soluzioni narrative, con la mano libera chatta su facebook cercando di adescare signore divorziate con citazioni forbite dalla critica di Kierkeegard all'etica di Hegel.
Sullo sfondo la televisione accesa a basso volume, con Fuori Orario che trasmette vecchi capolavori in bianco e nero del cinema bulgaro degli anni '30.
Cerca una mano libera per spostarsi il ciuffo dalla fronte ma non potendola trovare, fa un movimento con la testa che gli fa perdere l'equilibrio, ruzzolando all'indietro con l'intera poltrona, contro una pila di vecchi manoscritti in aramaico, rimanendo sepolto dal Deuteronomio.
E' in quel momento che squilla il cellulare. E' Frank Jandello. Non può leggerlo ma lo sente.

mercoledì 3 marzo 2010

Perchè non apri un gruppo su facebook? (18 puntata)

Credimi è come Dio che è meglio che non c’è perché se c’è vuol dire che è stronzo perchè che non risolve la fame nel mondo, le guerre, gli tzunami, non fa niente ai politici,  queste cose qui insomma… come  fa nascere i bambini handicappati, non impedisce le malattie, l'aids, lascia i bambini africani col pancione in mezzo alle mosche … 
Perché Dio non fa niente? Perché o è un po’ stronzo oppure non esiste. 
Scusami se sono un po’ insensibile, però in fondo o tuo padre è morto e allora capisco che non torna oppure perché non torna… scusa eh… ma forse non sei abbastanza importante per lui… 
E forse anche per tua madre non è stato facile come donna… dico… magari non è tutta colpa sua… magari anche tuo padre si è rifatto una vita una famiglia e anche lei a diritto come donna che credi… però scusami se ti ferisco se non ti va di parlarne dimmelo… posso capire...
  
- No anzi sei così profonda.