lunedì 31 maggio 2010

La bella e la bestia (39 puntata)

Avanzai senza paura
Continando l'avventura
Philip Shine ed io
Attraversammo i corridoi
Delle stanze dell'oblio
Non ti preoccupare disse Shine
Ti faccio strada e luce io

Procedendo a pugni chiusi
Tra le grida dei reclusi
Da Nanà eliminati
Una volta averli sfruttati
Tra vittimismo e mediocrità
Nascondendo la squallida verità
Della sua cialtrona avidità

Ma non occorreva la sua luce
Per trovar nell'oscuro dedalo la via
Bastava ascoltare e seguire
Quella sinuosa melodia
Come preghiera una specie di litania
Univa gioia e malinconia
Serenità e poesia


venerdì 28 maggio 2010

Gioia di Valentina & bagordi del Tempe. (38 puntata)

Con la leggiadria di un bradipo sbronzo, il Tempe si avvicina alle scalette della vasca e si inerpica con discutibile grazia fuori dall'acqua, mostrando il suo fisico non proprio di bronzo.
Va verso la sdraio dalle fantasie rotonde e, senza guardar numero o nome, spavaldo risponde.

- Pronto?

Ma il telefono continua a squillare, così getta via il mocassino che ha portato all'orecchio e prende il vero cellulare.
Nascosto sotto la maglia con Duffy Duck di improbabile eleganza, che forse dovrebbe indossare visto la bianca panza.

- Pronto qui è Riccardotempestini chi parla?
- Non mi riconosci più?
- Oh, Occhi Belli, dove sei, cosa fai stasera ceniamo insieme?
- Piuttosto muoio di fame, dove sei?
- Eh sono in un posticino, ho organizzato una festa per il ragazzo,  pe' vedè di fagli trombare du fie che dorme sempre da ritto, perchè non vieni anche tu... ci si diverte?
- Ce l'ha fatta...
- Chi?
- Come chi... ma sei ubriaco?
- Chi io no che scherzi... alla mia età non me lo posso permettere...
- Il nostro messaggero.
- Chi Davidegelli?

giovedì 20 maggio 2010

Non è come pensi! Posso spiegarti tutto!!! (37 puntata)

L'operazione era andata bene. 
Dopo tredici ore di sala operatoria finalmente il Morucci usciva, orizzontale ma sempe vivo, totalmente in balia effetti dell'anestesia.
Sragionava parole prive di senso, come una radio con interferenze, con la faccia più smunta del solito.
Sotto il consiglio disinteressato di Loredana, il nostro era stato messo in camera con l'amico Leandro Innocenti, il quale, pur in perfetta salute, non ne voleva sapere di tornare a casa, anche in previsione del solito congresso della Cgil.
Si trovava così bene che minacciava iniziative sindacali se lo avessero dimesso prima di un'altra settimana.
La voce storia di Radio Insieme, nonchè uomo immagine e sex symbol della Cgil di Prato (anche per scarsa concorrenza) fu assai felice di ritrovasi in camera proprio con l'amico che lo aveva fatto finire all'ospedale.
Festeggiavano invece a Radio Gas dove, Marco Monzali, direttore di un certo peso, aveva promosso la maratona non stop "Save the last Morucci" mentre al Metastasio il più contento di tutti era il Maestro Casale che ebbe una bella rivincita sugli altri che gli avevano dato del visionario pre-borbonico, in virtù degli altarini che aveva issato sulla scrivania dell'amato/odiato collega, fatto di corone di aglio, corni e santini di Diego Armando Maradona.
In breve la notizia arrivò nelle redazioni dei giornali, nei mercati e per le strade.
Non poteva non arrivare a  Berta.

martedì 18 maggio 2010

Fuego, moto, figa y mezcal (36 puntata)

- Hija de puta!

Lo schiaffo colpisce il collo schiacciando la zanzara gigante nel momento esatto in cui il cellulare intona la Marsigliese, facendo vibrare il tavolino su cui è posato accanto alla Smith&Wesson 686 e al bicchiere riempito per metà di mezcal e orlato di sale.

 - Ciao sono Viviaaaaaaaaaaaaaaaano, con chi paaaaaarlo?
- Como con chi parlo sei tu que has llamado, rimbambido cabròn!

Lanciando con il pollice della mano destra e il rispettivo indice l'insettaccio schifoso per terra.

- Oh riconosco la voce... sei proprio tu Juan Carlos Mazzantino de la Bagatta.
- In realidad el mio nombre completo es Juan Carlos Francisco Benedicto Pacifico Fausto Maria Mazzantino del los Frates del los Papas Gavello de la Bagatta. Juan Carlos Mazzantino de la Bagatta es bueno sòlo por los amigos por tanto tu me devi llamar con el nombre completo que està Juan Carlos....
- Sì ho capito sì solo che sto facendo una interurbana... e se dico tutto il tuo nome spendo troppo di telefono...
- Tu eres siempre el mismo muerto de fame que yo ricuerdo. Cabròn!

giovedì 13 maggio 2010

Loosing my Morucci (?) (35 puntata)

Prato sembrava impazzita.
E anche il maestro Vannucci non ischerzava affatto. Andava avanti e indietro nel suo piccolo ma accogliente attico in pieno centro, parlando con Geppo, amico immaginario, fedele amico dei giorni più lieti.
Sottofono musicale i Rem, tanto per rimembrare.
Non sapeva in cuor suo se esser più incazzato per la violenza gratuita che aveva subito o preoccupato per la sorte dell'amico Morucci, di sicuro era desideroso di fare luce sull'intera vicenda. 
Era stato l'unica persona ad avere avuto un contatto con lui prima della sparatoria, l'ultimo a sentire la sua voce e questo, secondo Geppo, voleva pur dire qualcosa. 
Che fosse del cielo, del destino o del caso, Geppo non aveva dubbio alcuno: trattavasi inequivocabillmente di un segno. 
La vita del Detective Morucci era anche nelle sue mani, e lui in quanto amico aveva il dovere di fare qualcosa. Anche se era un fottutissimo juventino, anche se quella sera aveva chiamato solo per sfotterlo per l'ennesima figura di merda della Vecchia Signora, chiese a Geppo.
Sì rispose Geppo: lui doveva fare comunque qualcosa anche se interista.
In un fumetto americano si sarebbe aperto la camicia mostrando la tuta con la VV del supereroe dall'identità nascostissima. Si sarebbe tolto i suoi occhialini da Clark Kent (per taluni da maniaco psicopatico) e avrebbe fatto giustizia... ma nonostante le buone intenzione del supereoe non aveva proprio la stoffa. 
E nemmeno la tuta. Magari Superpippo, suggerì Geppo.
Sì ma ho finito le noccioline si lamentò il Viviano.

martedì 11 maggio 2010

"The horror, the horror" (34 puntata)

Guidando il Kimco come una donna in punta di sella, calzando un  morettiano casco a scodella, si fermò al parcheggio della piazza di Oste, tosto.

Scese con la massima indifferenza, quasi come fosse antani e si sbottonò la prima asola del loden sul posto.

Si sgranchì le braccia con un gesto di sportiva esultanza, mettendo involontariamente in evidenza l'orologio al polso di grande eleganza.

Poscia si avviò verso il tombino della piazza senza fare caso allo sguardo di pensionati italiani, lavoratori albanesi, e mamme pakistane e cinesi, né al magrebino che osservava con particolare interesse il motorino.
Don't you know where I come from, yeah...

Ed estrasse dall'interno del loden un piede di porco, ferro forza ferro con la medesima british eleganza, come fosse ad una serata di danza. Il cilindro del tombino  schizzò via, ma non ci fece caso la pattuglia della Polizia.


Gettò nel giardino dell'asilo materno attiguo lo strumento, e si calò come Mickey Rourke nell'ascensore di Angel Heart, accarezzando con una mano il mento.
Dopo essersi passato del Vicks Vaporub sotto le narici del naso come nel "Silenzio degli Innocenti", avanzò nel sistema fognario montemurlese con il coltello tra i denti.


You're the best, forget the rest, tomorrow.

venerdì 7 maggio 2010

Il diabolico piano dell' impeccabile Cecco Toccafondi. (33 puntata)

- Ma che sei sicuro di quello che stai facendo?

Chiede Frank Jandello a Cecco Toccafondi, mentre questi dopo aver discernito sulla superiorità del gusto del mandarino rispetto a quello clementino, come metafora dell'epoca che stiamo attraversando, che preferisce il secondo al primo per l'unico motivo di non aver il fastidio di dover sputare i semi, perdendosi così la poesia della dolcezza che si miscela all'asprigno, tenta per qualche oscura ragione di perforare il muro di casa con un trapano elettrico, in piedi su una pila di libri tra cui Kant, Kafka (tanto per citarne alcuni) e frivolezze simili.

- Certo che ne sono sicuro mi hai forse preso per un mentecat...

Ma non fa a tempo a terminare la frase che viene travolto dal getto dell'acqua dal tubo che ha centrato in pieno; perdendo l'equilibrio cade all'indietro rimanendo incastrato come una pedina del tetris nell'intercapedine naturale creatasi tra l'ammasso di sedie, libri tavolo.
A culo ritto.
Inizia a gridare come un ossesso, muovendosi come una tartaruga rovesciata mentre Jandello sacramenta per il terrore che l'acqua che esce a fiotti e riempie in un attimo la stanza, possa in qualche modo rovinare le preziosissime scarpe pitonate da millecinquecento euro cadauna, grazie alle quali, sostiene, ha implementato l'attività sessuale di un buon 15%. Ovvero cento euro per punto di percentuale.
Dopo quelle buttate via dopo la solenne pisciata di Omero sarebbe il colmo.

martedì 4 maggio 2010

Un uomo solo in fuga. (32 puntata)

Fuori piove ma l'acqua che cade ininterrottamente su Prato non sembra riuscire a lavar via l'angoscia in città per il nuovo attentato.
Al Metastasio regna l'angoscia e lo sgomento per quanto accaduto al Morucci.  
In particolare il Maestro Casale, si sente in qualche modo responsabile con tutti i suoi accidenti inviati al molesto collega, della sventura che gli è capitata nella notte e mentre si attende trepidamente di sapere se anche stavolta il Detective Morucci salverà o meno la pellaccia, prepara sulla scrivania tristemente vuota, una sorta di altare pagano dal dubbio gusto e dalle capacità terapeutiche tutte da dimostrare, tra corni rossi, amuleti, talismani consultando in continuazione i tarocchi.
Le forze dell'ordine intanto hanno rintracciato la telefonata del Maestro Viviano Vannucci e sono entrati nel cuore della notte nel suo appartamento. Dopo averlo ammanettato, picchiato e interrogato lo hanno rilasciato sulla base della testimonianza della giovane prostituta congolese che ha assistito all'agguato, fermando a sua volta la giovane ragazza congolese in quanto sprovvista dei regolari documenti di soggiorno.
Contemporaneamente, nel suo studio, Donato Edoardini continua a lavorare.