martedì 4 maggio 2010

Un uomo solo in fuga. (32 puntata)

Fuori piove ma l'acqua che cade ininterrottamente su Prato non sembra riuscire a lavar via l'angoscia in città per il nuovo attentato.
Al Metastasio regna l'angoscia e lo sgomento per quanto accaduto al Morucci.  
In particolare il Maestro Casale, si sente in qualche modo responsabile con tutti i suoi accidenti inviati al molesto collega, della sventura che gli è capitata nella notte e mentre si attende trepidamente di sapere se anche stavolta il Detective Morucci salverà o meno la pellaccia, prepara sulla scrivania tristemente vuota, una sorta di altare pagano dal dubbio gusto e dalle capacità terapeutiche tutte da dimostrare, tra corni rossi, amuleti, talismani consultando in continuazione i tarocchi.
Le forze dell'ordine intanto hanno rintracciato la telefonata del Maestro Viviano Vannucci e sono entrati nel cuore della notte nel suo appartamento. Dopo averlo ammanettato, picchiato e interrogato lo hanno rilasciato sulla base della testimonianza della giovane prostituta congolese che ha assistito all'agguato, fermando a sua volta la giovane ragazza congolese in quanto sprovvista dei regolari documenti di soggiorno.
Contemporaneamente, nel suo studio, Donato Edoardini continua a lavorare. 

La sua ossessione è quella di portare a termine anche quest'anno il suo festival teatrale, minacciato come non mai dai continui tagli ai finanziamenti, oltre che dalla nube di incertezza calata in città dopo la vittoria del centro destra.  Della Destra. O meglio, dopo l'harakiri della sinistra. Del centro sinistra. Del centro centro sinistra... Gesticola con se stesso passandosi il mozzicone di toscano tra le dita e le labbra senza soluzione di continuità...
Ripensa a come in questi anni l'unico ad avere creduto realmente in lui fosse stato il Greco, il primo a sostenerlo in quella idea di creare un festival che facesse clamore, che desse una scossa all'attività culturale cittadina troppo propensa a sedersi sugli allori di una contemporaneità da rimettere in discussione. 
Il Greco... pensa a quell'articolo di Riccardo Tempestini... era stato proprio lui a farli incontrare, e da quell'incontro era nata la collaborazione artistica... quanto tempo è passato... oramai del Greco si sono perse le tracce e a credere che sia ancora vivo rimane solo il buon vecchio Tempe...
Questo pensa Edoardini mentre squilla il telefono.

- Pronto parlo con Edoardini? 
- Sono io chi è lei?
- Nanà... della Nuova Europa S.E.L.

Questo l'incipit della chiamata a cui segue una trascurabile conversazione di cortesia in cui messaggio principale è "vediamoci tra mezzora fuori dal portone e andiamo a prenderci un caffè."
Sul marciapiede Edoardini aspetta. 
Sa perfettamente chi sia Nanà e quali interessi porti seco, ha letto i recenti articoli del Tempestini, ma purtroppo o per fortuna the show must go on...
E' mentre aspetta che viene investito da un fetore abominevole. Come se qualcuno avesse appena mangiato un hot dog con merda al posto di wurstel e sudore e cipolle al posto di mostarda e crauti, che nemmeno l'odore tosto del toscano appena acceso riesce a coprire.

- Edoardini?

Si volta con la testa ma non vede nessuno. Che stia diventando pazzo? Adesso pure le allucinazioni?

- Edoardini!
- Chi mi chiama?
- Sono qui...

Edoardini abbassa  la testa ad altezza pompino.

- Immagino tu sia...
- ...Nanà.

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