martedì 30 marzo 2010

Passi nella notte. (26° puntata)

I rumori di passi mi spaventano. 
Copro il seno con il braccio sinistro mentre con il destro afferrò il camice. 
Mi rivesto velocemente. 
Ma non infilo le mutandine.

- Ehy dove vai?
- Ho sentito un rumore... aspettami qui non ti muovere e non uscire per nessuna ragione al mondo.

Apro la porta e me lo ritrovo davanti con la mano sospesa in aria un attimo prima di afferrare la maniglia.
Sembra uno zombie.

- Tu cosa ci fai qui?

Ma Ulisse non risponde.
Mi guarda con i suoi occhi che sembra un pesce.
Si vede che è in imbarazzo.
Allora cerco di sdrammatizzare.
Di essere carina con lui insomma.


- Dai che ti riporto in camera...
- Io... so andarci... da solo...
- Sì certo... ma infatti voglio accompagnarti...
- Io... io ero un giocatore del Prato... Ho giocato in serie B. Ala tornante io...

Lo aiuto a sedersi sul letto e a stendersi facendo attenzione al sacchetto che sostituisce il suo intestino. 
Accarezzo la fronte. Sorride e un istante dopo sta già russando. 
Controllo anche Lamberto. 
La macchina continua ad aspirare il liquido dai suoi polmoni. Il rumore scandisce il ritmo della notte. 
Simone invece non si è ancora svegliato dopo che è stato massicciamente sedato, dopo la sceneggiata di stamani. Forse abbiamo esagerato. Ma in effetti è proprio pazzo. Se ci penso mi viene ancora da ridere.   Lui che corre come un tarantolato con l'uccello di fuori rincorso dagli infermieri.
Posso tornare dal mio paziente preferito.
Non c'è nessuno nel corridoio. 
Dico sono io prima di entrare.

- Allora?
- No niente era solo Ulisse... tutte le notti si alza e poi non ritrova mai la stanza giusta...
- Ulisse?
- Sì lo chiamiamo tutti così ma non credo sia il suo nome... bo è strano come nome Ulisse.
- No aspetta tu non sai chi era Ulisse?
- No... perchè?
- Lascia perdere lascia perdere...
- No ora me lo racconti...
- Forse è meglio rivestirsi...
- Sì forse è meglio.

Non capisco cosa voglia dire quando sento un nuovo rumore. 
Come di un tonfo attutito. 
Non sembra esserci pace stanotte.
Mi infilo le mutandine e esco di nuovo.
Vedo uscire un uomo molto alto dalla camera di Ulisse. 
Lo vedo infilare una pistola sotto un cappotto fuori stagione.
Grido chi sei e dove vai.
Lui si volta un solo istante per vedere quanto è bello.
Poi scappa via.

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