domenica 7 novembre 2010

Provaci ancora Frank (rianimazioni) (74 puntata)

- Non fare così... capita a tutti... magari la stanchezza... lo stress...
- A me non era mai successo...
- Allora vuol dire che è colpa mia... magari non ti piaccio... o forse... forse ancora non mi hai perdonato...
- No non è quello...
- Vuoi che faccia qualcosa in particolare... magari potrei mettermi delle cosine un po'...
Ma Frank non risponde e togliendosi di dosso le lenzuola di seta, fa per scendere dal letto, non ricordandosi del baldacchino rialzato. Berta si affaccia dal bordo del letto. Lo vede nudo di spalle che cerca qualcosa nei pantaloni di Armani lasciati in terra.
- Dove stai andando?
- A pisciare...

Frank guarda incazzato il suo riflesso nello specchio. Sente un guaito. Si volta e vede Omero che se la ride come un matto. Per quanto possa ridere come un matto un cane con una maschera tipo Hannibal Lecter come museruola. Battendo la zampa contro il pavimento. Frank lo incenerisce con lo sguardo poi prende la pasticca blu. Beve a garganella dal lavandino per deglutirla meglio.
Pochi secondi e la risata strozzata di Omero si trasforma in un guaito di paura. Il cane se la svigna a zampe levate.


E ora tocca a noi.
Dice Frank al suo riflesso (rianimato) e torna verso la camera da letto. Si ferma un attimo sulla soglia sparandosi una posa da bronzio di Riace. Non tanto per i muscoli, quanto per il colore della pelle, dopo tutto il sole preso a Parigi, nei centri di massaggi e affini.
Osserva quel baldacchino in legno di olivo rialzato. Una delle innumerevoli opere del Greco nella casa.
Poi guarda il profilo di carne di donna languida ancor così piacente e libidinosa distesa tra le lenzuola. Aspetta solo di essere presa.
E stavolta niente potrà opporsi.
Uscito di scena Leandro.
Fuori dalle palle TelecomA.
Inoffensivo Omero.
Sconfitta la momentanea impotenza.
Cos'altro potrebbe accadere?

Suona il telefono.

- Non rispondere Berta... non ora!
- E' MIO FIGLIO!

nella solita clinica di via Leopardi...

Il corpo del Cinelli giace sul lettino. Le mani di Bruno afferrano con una paletta da una sacca, comuni bachi da pesca. Li riversa in una bacinella con del tofu e salsa di soia. Amalgama il tutto facendo una pallina che poi stende, sfregandola con le mani, in una sorta di tubero che inserisce nel foro cranico del paziente. Sulla fronte e alla nuca.

- Ma è proprio necessario salvargli la vita?

Chiede Davidegelli accarezzando il mento con la mano.
- Occhi Belli ha detto che può esserci ancora utile... serve sempre un kamikaze

Spiega il serafico Bruno che preme un punto dietro il lobo sinistro del paziente, poi un punto sulla pianta del piede destro e infine al centro del ginocchio destro, fino a quando il Cinelli non schizza seduto sul letto.

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