domenica 27 marzo 2011
Scaracchiando contro il cielo. (Il ritorno non gradito dell'assessore Filone) (92 puntata).
Teste di cavallo, culi di asino, code di maiale stirate, zampe di gallina, musi di zebre e cacche di cane, becchi di merli e aghi di riccio, denti di cobra, caccole di ippopotami, tarzanelli di rinoceronti e sonagli mozzati di serpentacci che è meglio incontrare sono nei libri...
Arrivava di tutto a casa del sindaco Versi, per somma disgrazia del postino di zona che ogni giorno faticava sette camicie - e rovinava le sospensioni del motorino aziendale - per recapitare al primo cittadino i segni dell'affetto e di stima di cui godeva in patria, nei luoghi d lavoro come nei salotti buoni e all'estero.
Minacce più o meno velate che il sindaco allo sbando tendeva a stigmatizzare con parenti e familiari ma che in realtà, confidava a Shin, la sua impareggiabile amante cinese, dea dell'involtino primavera, gli stavano togliendo il sonno da giorni.
All'improvviso sembrava che tutta Prato e metà della popolazione eurasiatica vantasse credito nei confronti.
Ma non era quello a non farlo dormire. Il motivo che rendeva lunghe e travagliate le sue notti e noiose quelle di Shin, era il fatto che Lui non lo chiamava più. Lui, il grande amore della sua vita. Lui il maestro di stile e grande mentore. Lui, Ridge Forrester.
Dopo gli ultimi scioperi a Pechino anche la Forrester Creation aveva voltato le spalle al filibustiere della "Volta e Gabbana". (vedi puntata ridge telefona a versi). Così come era preoccupato dai deliri dell'assessore Filone. Versi ormai lo conosceva bene e dopo la fascistata dell'assessore Silly* che aveva risposto picche al governo, all'ipotesi di ospitare profughi libici nella città laniera, al motto idiota "siamo già la Lampedusa della terraferma", temeva la replica di Filone che, sicuramente non si sarebbe fatta attendere. Tanto più che era lunedì e come suo solito, l'ineffabile Filone, si sarebbe presentato in boxer e mocassini, con giacca e cravatta, nei suoi soliti discorsi alla città.
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mercoledì 23 marzo 2011
Odissea all'alba. (il thè nel deserto) (I parte) (91 puntata)
Premo sull'acceleratore ma la ruota gira a vuoto sia avanti che in retromarcia. Maledico me stesso e scendo.
Il sole che batte forte è sempre quello. Sento un gran caldo.
Mi guardo attorno.
Solo il deserto.
Avanza verso di me e io cerco qualcosa, dei sassi piatti, delle tavole, qualcosa su cui far scorrere la ruota perchè tiri fuori la macchina dall'empasse in cui si trova. Dio adesso come faccio?
Il cellulare ha campo e batteria ma non ho soldi! Maledizione perchè non l'ho ricaricato. Adesso come faccio con mia madre? Cerco qualcosa dove far scorrere la ruota ma la terra diventa sabbia, portata dal vento. Scavo nella sabbia trovo qualcosa, qualcosa che somiglia a un femore. Deve essere umano.
Ma è cilindrico e non va bene.
Sarebbe meglio fosse il bacino. Che perlomeno faccia conchetta.
E adesso come faccio con mia madre?
Getto via il femore dietro la schiena, va a finire in vetta alla piramide di ossa.
Non c'è niente da fare: devo cavarmela da solo.
Vale a dire devo andare a cercare aiuto in mezzo al deserto che avanza.
Il sole mi batte in fronte e mi abbaglia.
Si appiccica alla pelle la mia maglia.
Il sudore si scioglie sulla mia fronte e gronda dal naso alle labbra.
Ha un sapore salato.
Almeno ci fosse il mare con tutta questa sabbia, o un cammello a cui prendere l'acqua dalle gobbe, ma poi penso che non è come si crede da bambini che tengono l'acqua dentro le gobbe, lì c'è il grasso, l'acqua si trovanella pappagorgia.
Vorrà dire che se non me la concede lo squarterò: fortuna che ho il coltellino svizzero con me.
Vorrà dire che se non me la concede lo squarterò: fortuna che ho il coltellino svizzero con me.
Ma il caldo è troppo forte e allora mi sfilo la maglietta e resto a torso nudo.
- Non lo fare. Devi coprirti dal sole altrimenti i suoi raggi bruceranno la tua pelle e sarà molto, molto diverso.
- Parli bene tu che sei un negro, la tua pelle è abituata al sole.
Guardo l'uomo vestito di blu che prepara del the, ma senza fornello.
domenica 6 marzo 2011
O un sarebbe mondiale? (il ritorno del Morucci a grande richiesta da parte del pubblico femminile) (90 puntata)
- Te e tu m'avevi promesso che il posto era mio... e invece alla prima occasione e tu m'hai fatto fuori dal palinsesto!
- A-ah-ah Ma cosa stai dicendo... Non è come dici, noi ti abbiamo aspettato però devi capire anche le esigenze della radio... non si poteva continuare a tenere quel buco nel palinsesto... e un tu ci sei mai...
- ... Un ci sono mai? Io un ci sono mai? Ma dai... ascoltami per benino... io e ho rischiato la vita (vedi puntata 31) che t'hai capito o un tunn'hai capito... ma io lo so che questo e un c'entra niente... te m'hai fatto fuori perchè non ti piaceva la musica che passavo... ammettilo... te e i tuoi maledetti regolamenti interni... io me ne frego e se voglio mettere Caterina Caselli e subito dopo gli Smiths insieme e gli metto capito?!
- Ah ah ah ma cosa dici, cosa c'entra Caterina Caselli, noi ti abbiamo sostenuto, abbiamo fatto anche una maratona in tuo onore (vedi puntata 37) l'abbiamo chiamata "Save the last Morucci"...
- E poi chi hai messo al mio posto? Quel bischeraccio di Alex Garbage... che non ci hai mai capito una segaccia nulla di musica... ma dai!
- Ah ah ah ma se è uno dei nostri migliori collaboratori!
- Se se... e scrive sempre per il Tirreno, che poi sul Tirreno, scrive sul Tirreno e sulla pagina di Montemurlo... voglio dire....
- Ah ah ah o te un tu sei di Montemurlo?
- Cazzo ma lui è di Capalle. Voglio dire ti garberebbe a te se venissi sostituito da uno di Capalle...
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