Guardo negli occhi Francisco, li vedo brillare nella notte mentre si arriccia il baffo, mostrando gli sfarzosi anelli alle dita. Tutti aspettano un suo gesto. Senza dire niente si avvicina a me e come i passi diminuiscono la distanza tra me e lui mi sento attratto da questo uomo come da una sorta di affinità, a cui non serve la parola. Mi poggia una mano sulla spalla, e poi con un ampio gesto volutamente solenne e teatrale annuncia
giovedì 25 febbraio 2010
Habemus Campionem! (16 puntata)
Ti ho sconfitto in ogni era e con ogni arma a disposizione. Ti ho umiliato in ogni disciplina, o competizione nella quale hai tentato di misurarti con me. A me chiamavano Nessuno, ma tu sei il niente più assoluto.
Le onde del mare Egeo si scompongono in frammenti digitali nella mia mente ricomponendosi nelle acque dell'Oceano che ci avvolge. Sfilo la calotta dalla testa e lo vedo di fronte a me. Con lo sguardo basso per la vergogna. Un silenzio carico di tensione sulla festa. Sento gli occhi di tutti addosso.
Non mi è mai piaciuto infiere sui miei avversari, ma per te potrei fare un'eccezione, ma non vorrei fare un torto a lei, Francisco Bienvenidos e alla sua famiglia che mi ha accolto straniero su questa isola nel mezzo dell'Oceano. Per cui chiedo a lei, cosa devo fare di questo cane tanto abile ad abbaiare quanto incapace di mordere. Più che altro non vorrei annoiare il pubblico.
Guardo negli occhi Francisco, li vedo brillare nella notte mentre si arriccia il baffo, mostrando gli sfarzosi anelli alle dita. Tutti aspettano un suo gesto. Senza dire niente si avvicina a me e come i passi diminuiscono la distanza tra me e lui mi sento attratto da questo uomo come da una sorta di affinità, a cui non serve la parola. Mi poggia una mano sulla spalla, e poi con un ampio gesto volutamente solenne e teatrale annuncia
HABEMUS CAMPIONEM
E scoppia un applauso fragoroso nella notte di Tenerife condito dai soliti ak47, Francisco ride e fra le risate mi dice
Adesso però, se vuoi uscire vivo da qui, devi raccontare a tutto questo pubblico di fratelli e sorelle chi sei e da dove vieni
Un gesto della mano e gli applausi si interrompono e gli AK47 puntano verso di me.
Non vogliamo farti del male, io mi fido di te, per questo tu devi fidarti di me e se vuoi che io ti aiuti. Voglio chi sei. Veramente. Come sei finito qui. Perchè in tutta la mia vita non ho mai visto nessuno destreggiarsi in ogni disciplina di combattimento e in ogni arma come te, tu non sei un uomo tu sei una geniale macchina da guerra.
Dimmi chi sei e io ti aiuterò.
Continua a mentire e tutti questi kalashnikov faranno fuoco su di te.
E sarebbe un vero peccato.
E me lo dice con una lacrima agli occhi, mentre la figlia mi guarda disperata.
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