domenica 28 febbraio 2010

Io sono Nessuno (17 puntata)

Dicono che un uomo prima di morire veda scorrere davanti a sè in un solo istante le immagini che segnano il racconto della propria vita. 
Io oramai non so più dire quante volte me la sono vista passare davanti, come un film, come un romanzo che un giorno se mai riuscirò a tornare a casa inizierò a scrivere.
Guardo le canne degli AK47, e cerco di mantenere la calma. Respiro profondamente e lascio che il vento dell'Oceano attraversi la mia pelle.
Ripenso al consiglio "E tu lo conquisterai con l'unica cosa che può fare breccia in lui. Il tuo incredibile racconto."
E allora capisco che dopo tante menzogne, dopo tante omissioni, travestimenti, è venuto il momento di fare l'unica cosa che mi riesce difficile: dire la verità.
Recitando una volta tanto la parte di me stesso, comincio con un colpo di teatro: scoppio in lacrime. 

Poi tolgo le mani dal volto e incomincio a parlare.


Francisco Bienvenidos. Lei vuole sapere chi sono... Conoscere il mio nome... Mi sembra legittimo dopo avermi accolto con tanto calore e senso dell'ospitalità tale, che mai mi sarei potuto permettere tradirne la fiducia.
Ma mi creda, dopo che avrà ascoltato chi sono e perchè sono qui, capirà lei stesso e capiranno tutti i suoi uomini che adesso puntanto le armi contro di me, che l'ho fatto per proteggere voi stessi. E se vi ho omesso sino ad ora la mia identità e la mia storia, non è stato per codardia od opportunismo, ma per tutelare voi stessi. 
E per non coinvolgere oltremodo persone care a cui devo la mia vita verso le quali già provo un affetto e una riconoscenza che non ha uguali.

E mentre  lo dico guardo negli occhi la mia giovane amante che mi ha raccolto privo di sensi in riva al mare.

Ma sarete voi stessi a giudicare. Se solo avrete la pazienza di ascoltare il mio racconto. 
Lei, Francisco Bienvenidos, vuole sapere quale è il mio nome? 
Bene... io sono Nessuno. 
Si ha capito bene: Nessuno è il mio nome. Il nome in codice con il quale ho svolto la mia attività segreta. 
Gli amici mi chiamano Il Greco. Giornalisti e critici d'arte in questi anni mi hanno ribattezato L'Uomo che disegna i cavalli.
Sono partito per la mia missione tanti anni fa che ormai ho perso il conto dalla mia città: Prato, in Toscana. Italia. Dove sono conosciuto come imprenditore e artista contemporaneo. E dopo tutto quello che ho passato, dopo le vicissitudini  straordinarie che ho affrontato, adesso ho un unico sogno, un solo desiderio... 
Tornare a casa. 
Tornare dal figlio che non ho visto crescere.
Ma qualcuno di potente da anni si accanisce contro di me, un nostro nemico comune sta impedendo da anni il mio ritorno, attentando di continuo alla mia vita. E' per sfuggire alla sua vendetta che mi ritrovo qui adesso.

Bienvenidos mi guarda incredulo.

Non posso credere alle mie orecchie... Ho capito chi sei! E l'onore di averti ospite in questa mia umile dimora non ha limiti. Abbassate i fucili! Abbassate ogni arma e rendete onore al nostro ospite. 

Annunciando a tutti la mia identità.

Mio caro amico, quando sei entrato nella mia umile dimora, accompagnato dalla mia adorata figlia, ti ho dato la mia parola che ti avrei aiutato nel tuo ritorno.
Ma adesso che ho capito chi sei, ti do nuovamente la mia parola che metterò a disposizione i migliori tra i miei uomini e tutti i mezzi a mia disposizione che saranno necessari al conseguimento del tuo obbiettivo.
Ti prego di perdonarmi se ho dubitato delle tue reali intenzioni. E se ci vorrai offrire  il racconto della tua avventura, noi saremo ben lieti di ascoltarti. Personalmente, non sto già nella pelle dall'emozione... 
Oddio non ci posso credere, proprio nella mia casa, il mio artista preferito...
Su dunque raccontaci ti prego, saremo lieti di aspettare l'alba col tuo racconto. E non aver paura qui sei tra amici.

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