sabato 4 settembre 2010

Yo soy un hombre muy sensibile (62 puntata)

Davidegelli guarda per la terza volta in due minuti e mezzo il quadrante dell'orologio retrò che tiene al polso. Segna la mezzanotte precisa. Spedisce un sms e alzandosi di scatto dice "scusate ragazzi ma io devo andare."

- Ma come proprio ora che tocca a te muovere! 

Commenta Scimmia avvolto nella nuvola del Montecristo che fuma nervosamente, e succhiando dalla cannuccia del bicchiere di mojito dove è rimasta solo la menta, il ghiaccio sciolto e la fondata di zucchero alla canna.
- Aspetta almeno di vedere 'sta Maria no?

Gli dice il Tempestini con tre gamberoni imperiali in bocca e con un calamaro stretto tra forchetta e coltello. E i rayban agli occhi, che lui dice ci vede anche al buio. Specie le fie.

- No davvero devo andare è tardi devo andare a casa...

- Ma rilassati un attimo tanto tra poco finisce.

Ma Davidegelli non ascolta nessuno continua ad andare avanti e indietro guardando l'orologio retrò al polso sgranchendosi le braccia, con la borsa di cuioio sulla spalla, fino a che non arriva l'sms di risposta lo legge. Sorride. Rimette in tasca il cellulare poi prende l'alfiere e fa scacco matto a Scimmia a cui cade il sigaro di bocca.

- A poker non sei male ma con la scacchiera fai veramente schifo, primate del cazzo! E mi raccomando non masturbatevi troppo sulle ballerine. Ci si sente...

E se ne va, lasciando Scimmia alla mercè del portiere di riserva, confondendosi tra i tavoli accalcati di gente comune e turisti biondi che potrebbero essere indifferentemente americani inglesi russi finlandesi danesi olandesi di sta minchia  giapponesi come se piovesse e qualche cazzo di spagnolo sbronzo con la bandiera sulle spalle  e due ragazze ubriache a festeggiare ancora a  settimane di distanza la vittoria ai Mondiali di calcio in piazza Ghiberti, attraversando il nauseante odore di frittura mista e pesce alla griglia, circondato dal fumo di Londra. 
Si ferma al lato della strada in tempo per vedere arrivare la carrozza che frena i cavalli. Davidegelli si avvicina ai cavalli li guarda nelle pupille degli occhi e poi tra i denti. Poi fa cenno Philip Shine e Valentina, vestiti lui come cocchiere vittoriano lei come una damigella  che è tutto a posto. I cavalli stanno bene.  E con eleganza entra nella carozza. Philip Shine da un colpo di frusta agli equini che si inarcano e partono con eleganza estrema sollevandosi in cielo, scavallando il cimitero degli inglesi, alla volta di Montale (il comune pistoiese non il poeta).


- Ecco è il momento di Maria! 

Annuncia Bruno.

Parte la musica ed esce fuori la ballerina attesa avvolta in un velo nero che maschera il volto e si muove sinuosamente attorno al suo corpo, lasciando il Tempe a bocca aperta con i crostacei mezzi masticati, facendo cadere di bocca il sigaro a Scimmia, mentre Bruno sorride compiaciuto.

- Eh la nostra Maria è sempre Maria...

Commenta Bruno voltandosi verso Marghe.

Gli sguardi della piazza sono tutti concentrati senza poesia sul suo corpo, della ballerina quando all'improvviso un pazzoide si alza in piedi e correndo verso il palco si spoglia nudo. Maria cerca di non farci caso e senza scomparsi continua a danzare. 
Due buttafuori mulatti cattivissimi cercano di farsi strada tra i tavoli per acciuffare il deficiente che sul palco si atteggia a uccello di fuori, ma prima di loro lo raggiunge il proiettile sparato dalla Smith&Wesson che colpisce il maniaco proprio lì trasformando il suo rapace in un pettirosso.

Viviano si volta verso Juan Carlos Mazzantino del Bagatta, allibito, esterefatto e incazzato.

- Ma sei un pazzo! Un imbecille!
- Jo odio los hombres que non tangono stile con le mujeres... es mas forte de me.
- Ma sei uno psicopatico, un assassino! 
- Yo soy un hombre muy sensibile.
- E adesso cosa facciamo!!!
- Ahora se escappa cabròn!!!

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