mercoledì 5 gennaio 2011
Obliqua-mente. (83 puntata)
Sì che ce la puoi fare.
Basta flettere le ginocchia e darsi la spinta.
Non tenere la schiena dritta che la forza di gravità trascinerebbe il tuo peso perpendicolare al terreno.
Con la schiena un po' obliqua sarai più aerodinamico.
Eviterai di scaricare il peso a novanta gradi rispetto al terreno.
Come un arco a sesto acuto.
Non esser freccia che si incunea o ti spezzeresti.
Ma ago che inietta, passando sotto pelle, senza versar goccia di sangue.
Non cercare di infrangere l'onda, seguila e domala per esserne padrone.
Quello è il segreto.
Figlio mio.
E' l'obliquità del pensiero e dello sguardo che ci rende liberi.
Perchè io posso spingerti, ma poi tocca a te.
Quando la spinta sarà esaurita sarai tu a doverti fare largo, con la forza delle tue braccia.
Non importa la potenza quanto la determinazione e la costanza.
Ricorda figlio mio che solo con la mente potrai essere libero dalla fisica e piegare a te la materia.
Su così.
Bravo.
Fino a planare.
E con un balzo si stacca in volo, mi raggiunge ed io lo seguo.
Controluce rispetto alla stella.
- E se precipito perché mi avvicino al sole?
- Probabile. E' cadendo si impara a volare.
- Ma posso morire.
- Solo nel sogno.
- E' solo un sogno?
- Nessun sogno è solo un sogno, tranne la vita.
- Faccio sogni assurdi ultimamente.
- Solo morendo si può ricominciare a vivere.
- Cosa stai cercando di dirmi?
- Finché c'è sogno. C'è vita.
- E speranza.
- Non necessariamente. L'importante è il sogno e adesso vola figlio mio che non ho troppo tempo per mostrarti ciò che devi vedere. E per dirti ciò che devi sapere.
Seguo il suo indice con lo sguardo e mentre osservo dall'alto la guerra non provo né vertigine né paura.
Sorrido al pellicano che ci vola accanto curioso.
(continua...)
Basta flettere le ginocchia e darsi la spinta.
Non tenere la schiena dritta che la forza di gravità trascinerebbe il tuo peso perpendicolare al terreno.
Con la schiena un po' obliqua sarai più aerodinamico.
Eviterai di scaricare il peso a novanta gradi rispetto al terreno.
Come un arco a sesto acuto.
Non esser freccia che si incunea o ti spezzeresti.
Ma ago che inietta, passando sotto pelle, senza versar goccia di sangue.
Non cercare di infrangere l'onda, seguila e domala per esserne padrone.
Quello è il segreto.
Figlio mio.
E' l'obliquità del pensiero e dello sguardo che ci rende liberi.
Perchè io posso spingerti, ma poi tocca a te.
Quando la spinta sarà esaurita sarai tu a doverti fare largo, con la forza delle tue braccia.
Non importa la potenza quanto la determinazione e la costanza.
Ricorda figlio mio che solo con la mente potrai essere libero dalla fisica e piegare a te la materia.
Su così.
Bravo.
Fino a planare.
E con un balzo si stacca in volo, mi raggiunge ed io lo seguo.
Controluce rispetto alla stella.
- E se precipito perché mi avvicino al sole?
- Probabile. E' cadendo si impara a volare.
- Ma posso morire.
- Solo nel sogno.
- E' solo un sogno?
- Nessun sogno è solo un sogno, tranne la vita.
- Faccio sogni assurdi ultimamente.
- Solo morendo si può ricominciare a vivere.
- Cosa stai cercando di dirmi?
- Finché c'è sogno. C'è vita.
- E speranza.
- Non necessariamente. L'importante è il sogno e adesso vola figlio mio che non ho troppo tempo per mostrarti ciò che devi vedere. E per dirti ciò che devi sapere.
Seguo il suo indice con lo sguardo e mentre osservo dall'alto la guerra non provo né vertigine né paura.
Sorrido al pellicano che ci vola accanto curioso.
(continua...)
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