giovedì 28 gennaio 2010
Sulla cresta dell'(h)onda. (9°puntata)
Tutto era pronto. Studiato a tavolino. Doveva essere il solito, tragico incidente stradale. Ordinaria amministrazione per me che sono il signore delle strade.
Del resto è un classico quando una macchina si scontra con una moto, quello con la moto è un uomo morto. Alta velocità da una parte, manovra imprudente dall'altra. I due mezzi si impattano. Il motociclista viene disarcionato e se è fortunato si spezza il collo all'istante, altrimenti viene schiacciato dal camion che puntualmente arriva nella direzione opposta.
Facile no?
Che poi la moto è pericolosa e anche se ha ragione ha comunque torto, perchè la moto fa paura, perchè lo sai se monti su una moto accetti che potrai morire. E quindi in buona sostanza cazzi tuoi.
Ma qualcosa è andato storto e quel verme si è salvato.
Ancora una volta.
E questo vuol dire una cosa sola: ancora una volta si è messa di mezzo quella zoccola.
La figlia del Boss.
Mio fratello.
lunedì 25 gennaio 2010
telepatica-mente (se solo potessi) (8°puntata)
Se solo potessi io lo farei
Ma ciò non mi è concesso in potere
Allora posso solo vegliare su di te
Sul tuo sonno
Affinchè sia leggero e profondo
Senza sogni nè incubi
Perchè tu possa sentirmi
giovedì 21 gennaio 2010
Se ci fosse una sola possibilità. (7 puntata)
Mi stendo sul letto ma non riesco a prendere sonno.
Mi fa ancora male la testa.
Colpa di tutto quel Cointreau che ho bevuto e delle troppe Capri che ho fumato.
Lascio cadere il vestito ai miei piedi. Tolgo i tacchi. Indosso la mia vestaglia da notte. Guardo dalla finestra la notte che si posa sulla città. La crisi in fondo è anche questioni di luce e ormai da anni la notte è più buia del solito a Prato.
In camera sua è spenta.
In camera sua è spenta.
Non è ancora rientrato a dormire. Provo a chiamarlo.
Il suo I-Phone non è raggiungibile.
sabato 16 gennaio 2010
Legàmi (seconda parte- 6 puntata)
Lo sapevo che non potevo fidarmi di lui.
Sapevo che alla prima occasione se ne sarebbe andato, nonostante lo abbia raccolto, protetto e nascosto per tutto questi anni, amandolo come la più sfrontata delle amanti, curandomi di lui come fossi una devota moglie che non sono mai stata.
Per questo in questi anni ho fatto di tutto per evitare ogni occasione.
Cosa poteva volere di più...
Cosa poteva volere di più...
Non sono forse abbastanza bella?
Dimmi... non ti sembro una una dea?
giovedì 14 gennaio 2010
Senza parole_4°
Le strappai gli occhi dalle orbite
E me ne andai senza chiedere il conto
Percorsi le mura della città bianca
Mi assicurai di non esser stato seguito
Spremetti gli occhi in un bicchiere e ne bevvi l'azzurro
E mentre la luna illuminava il mare ipnotico
Avvistai capodogli bianchi all'orizzonte.
mercoledì 13 gennaio 2010
Dov'è finito il Greco? (riassunto della prima parte)
Nel giorno dell'anniversario della scomparsa del "Greco", Riccardo Tempestini - giornalista del Tirreno deontologicamente scorretto ma dal cuore d'oro - telefona al figlio dello scomparso per un articolo scomodo.
L'intervista in realtà è un pretesto per entrare in contatto con il giovane, di carattere debole e rinunciatario, a differenza del padre: un poliedrico uomo d'affari, inventore, imprenditore e artista da sempre personaggio sulla bocca di tutti. Anche perchè il figlio non ricorda niente del padre - visto che questi si allontanò da casa per una misteriosa missione quando era solo un bambino - se non la sua passione per i cavalli che ritraeva nelle opere bizzarre e fantasiose che gli avevano dato celebrità e ricchezza.
martedì 12 gennaio 2010
Senza Parole 3
E poi finalmente piovve.
L'afa orribile che aveva reso le giornate infernali
Si trasformò in acqua prima del tempo
Scaricandosi sulla terra con furia cieca
Lampi e tuoni assordanti squarciarono i boschi
Amplificando la nostra irrazionale euforia
Di esseri animali.
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lunedì 11 gennaio 2010
5°_Occhi belli.
Allora tutto a posto, ho fatto come avevi detto, ho dato una svegliata al ragazzo e sollevato un bel polverone...
Io più di così non so cosa fare...
Come? Non lo hai letto? Corri subito a farlo.
No... non te lo dico, devi leggerlo tu stessa.
E' tutto il giorno che mi suona il cellulare... ho fatto incazzare tutti... come sempre... sentissi come era inviperita per telefono Nanà e Occhio di Cane!!!
Ah ah ah... roba da matti...
E domani un'altra bomba: I SINDACATI ALZANO LA VOCE - I LAVORATORI DALLA PARTE DEL FIGLIO, se l'azienda passa di proprietà annunciano uno sciopero cittadino.
Sì-sì ho scritto i virgolettati di mio pugno e vediamo chi la vince.
Un casino... Si ma non mollano eh...
Quei porci.
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venerdì 8 gennaio 2010
4°_Le due aquile.
e vedo mio padre il suo sorriso la sua barba e non serve dire niente che io capisco che è lui e mi posa in sella ad un cavallo accanto al suo e voltandosi verso di me mi dice tieniti forte e io mi stringo forte ai crini del cavallo che si trasformano in piume e ci alziamo il cielo sulle due aquile fino quasi a raggiungere il sole che abbaglia ma non brucia
- Tieniti forte che adesso atterriamo...
- Dove stiamo andando chiedo io?- chiudendo gli occhi per il vento caldo
- Torniamo a casa!
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mercoledì 6 gennaio 2010
> 3°_La mossa del Cavallo.
Bene o male tutti parlano di mio padre. E' sempre stato così e così sarà sempre. E dal momento che io di lui non ricordo quasi niente, i racconti sono tutto ciò che mi rimane, oltre a quell'unico ricordo fisico di quando tornava a casa e mi veniva a cercare, mi sollevava con le braccia e facendomi sedere sopra la spalle, iniziava a correre per la casa facendo "il cavallino".
Mio padre sapeva fare tutto, era un ingegnere meccanico, un inventore, un artista, un imprenditore. E aveva l'ossessione dei cavalli. Li dipingeva, li scolpiva, li costruiva, li fotografava.
Diceva di essere ispirato da una sua musa. Una dea, che gli suggeriva opere e le invenzioni, grazie alle quali aveva costruito l'impero economico, che ci ha permesso di vivere ancora oggi nel lusso, nonostante ci sia la crisi, le fabbriche chiudano e la gente non trovi lavoro e se la prenda coi cinesi. E la fortuna che aveva guadagnato l'aveva investita, comprando fabbriche tessili, uliveti, appartamenti . Fino a quando se ne è andato senza più fare ritorno.
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lunedì 4 gennaio 2010
>2°_Tirreno.
Spingo il portone. Salgo le scale.
Bianche come le pareti e il soffito.
Mi chiedo a cosa serva l'ascensore se c'è solo un piano.
Ho fatto di tutto per non fare lo sfigato, ma sono in anticipo lo stesso.
Sento il battito del mio cuore amplificato dalle pareti.
Mi guardo indietro.
Vado avanti.
La porta al piano è socchiusa. La apro non senza timore e vedo un uomo e una donna che battono alla tastiera con delle cuffie alle orecchie. Abbozzo un saluto, ma loro non si scompongono. Sembrano catatonici. Decido di andare a destra. Percorro l’ingresso, e lo incrocio che esce dal bagno con la patta ancora aperta e i Ray-Ban agli occhi nonostante la penombra. Un omone sulla sessantina, dalla pelle bianchissima e le spalle da rugbysta.
Non so perchè ma capisco subito che è lui.
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sabato 2 gennaio 2010
> 1° (Tutto cominciò con) L'articolo scomodo di Riccardo Tempestini.
Il telefono che squilla.
Un'occhiata al numero.
Un fisso che non conosco.
- Chi parla?
- Sono Riccardo Tempestini.
- Chi?
- Riccardo Tempestini Giornalista del Tirreno.
- Ah... no guardi non mi interessa nulla.
Riattacco.
Il telefono squilla di nuovo.
E' il solito numero.
- Le ho detto che...
- Voglio parlare di tuo padre...
- ...
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venerdì 1 gennaio 2010
Senza parole 2
Quando i tuoi occhi esplosero bevevo un caffè
In piedi alla finestra del grattacielo.
Li riconobbi in volo nonostante l'altezza.
Attraversarono dietro il vetro come stelle cadenti.
Corsi giù per le scale a rotta di collo.
Uscii fuori mentre la terra si apriva
Spalancando l'inferno.
In piedi alla finestra del grattacielo.
Li riconobbi in volo nonostante l'altezza.
Attraversarono dietro il vetro come stelle cadenti.
Corsi giù per le scale a rotta di collo.
Uscii fuori mentre la terra si apriva
Spalancando l'inferno.
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